il giardino di enzo

E' grande, pieno di vita, fiori, alberi, animali, uomini, donne

un luogo vario

lunedì 31 agosto 2009

smarrito


E questa volta l'ho fatta grossa: ho smarrito la macchina fotografica. Ho usato la parola "smarrito" perché mi fa meno paura di "perduto", ci trovo una accezione più temporanea, meno definitiva.
E' una Exilim Canon: fotografa, registra video di 11 minuti, audio per un'ora e mezzo, è perfetta per me.
Com'è successo? Vorrei saperlo anche io.

Cronistoria.
La mia amata si sveglia presto la mattina, quando lei decide che la notte è finita il sole è ancora un leggerissimo bagliore blu scuro dietro ai monti; intorno alle nove, in questi giorni di ferie, si rinsacca e rironfa per smaltire definitivamente la voglia di letto.
Al che, per non disturbare, mi attrezzo per una situazione solitaria e giardinesca, generalmente il libro che sto leggendo, o il quotidiano del giorno prima, la chitarra, tabacco, cartine e accendino.
Quella mattina non mi volevo far mancare niente e così mi sono portato anche la digitale, perché non si sa mai, perché sono diversi giorni che non aggiorno il giardinodienzo, perché magari mi registro mentre suono.
Mi sono messo a strimpellare qualcosa riprendendo un motivetto al quale sto lavorando da un po' e poiché mi veniva discretamente ho pensato bene di registrarlo. Prendoo la macchinetta, imposto "Audio", metto in registrazione. In tre minuti quel motivetto era pronto per essere traslato sul computer centrale per eventuale elaborazione.
Dopo poco lei si è svegliata ed io ho riportato tutto l'armamentario in casa, sul tavolo.
Qui i ricordi si sfumano e si accavallano su quelli precedenti. Credo di aver ripreso in mano la macchinetta per qualche motivo recondito e ho il dubbio di averla temporaneamente appoggiata in un posto sicuro, del quale però nella mia malandata memoria non v'è traccia.
Quando a sera mi sono reso conto della scomparsa, lì per lì non ci volevo credere, ma alla terza volta che guardavo ansiosamente nello stesso posto mi sono sentito tre volte cretino:
1) la macchinetta è importante per noi, la usiamo spesso: superficialità.
2) non ha un gran costo ma insomma ora certo non è il momento di ricomprarla.
3) il mio cervello va via a fette come il cocomero d'agosto e gli stravizi giungono al pettine.

In attesa della ritrovanza vi racconterò solo a parole il pranzo di ieri sotto il tiglio, presenti il Cronista con Signora (in pratica hanno portato tutto loro), Pippo (lo potete intravedere a sinistra nel post precedente), Enzo e Signora:
*ahhh, **glu glu, ahhh, ***puff e ripuff, ****glom, glu glu, *****slurp, ahhh, glom, glu glu, puf. ******Ronf.

Glossario:
*come si sta bene all'ombra del tiglio in questo fine estate;
** buono il muller thurgau;
*** tabacco ottimo;
**** le linguine alla bottarga sono ottime;
***** le paste!
****** tutti a letto.

venerdì 21 agosto 2009

sotto il tiglio a sera


A cena, aspettando l'ora di andare a letto presto.

lunedì 17 agosto 2009

immobili


Come le bodde (Bufo bufo, Linnaeus 1758), fermi, immobili, ognuno a casa sua: il rischio è alto, potresti essere fermato, annusato nell'alito, depatentizzato in men che non si dica.
E questo sta diventando un grosso problema che si ripercuote anche nel giardino. E' impossibile negarlo, ogni volta che amici e parenti vengono a godersi la frescura e la bellezza qualche bicchiere si versa, bianco e rosso, qualche birra ogni tanto, mai superalcolici. E il ritorno per loro diventa un terno al lotto, anche per gli anziani parentadi dell'altra sera (una diecina di ultrasettantenni in gamba, che certo non son propensi all'esagerazione. Che fare? Bere con moderazione non pare sufficiente, la "soffiata" sballa il limite, il ritiro è immediato.
Non è certo mia intenzione giustificare i comportamenti disastrosi di cui le cronache, con pelosa e allarmante quotidianità, ci aggiornano puntualmente; resta il fatto che reprimere è la cosa più semplice da fare, educare infatti richiede impegno, dedizione, affetto, capacità.
E allora tutti fermi, chiusi nelle case a guardare la grande dispensatrice di armonia e umanità che è la scatola ad immagini continue dove, fra culi e cervelli spappolati, se abbiamo fortuna, possiamo assistere a un documento su lui, Bufo bufo (nomen omen).
Meglio vederlo, timido e un po' spaventato da tanta attenzione, mimetizzato fra i massi che circondano le radici del tiglio. Poi bere un ultimo sorso e addormentarsi sull'amaca, in giardino, fra gli allori.

mercoledì 12 agosto 2009

immobile

martedì 11 agosto
Non che si stia male nell'immobilità, anche perché il giardino comunque preserva da esagerate crisi di spleen.
Ogni tanto, in ogni caso, una botta di vita non guasterebbe e invece mi sa che l'immobilità durerà almeno tutta l'estate ed estenderà probabilmente le sue propaggini all'autunno inoltrato.
Mi hanno detto che quando il fuori scoppia bisogna farsi matrioska, sfogliare una buccia dopo l'altra e trovare la vita dentro. Ho risposto che è quello che cerco di fare sempre, no, non sempre, a volte il fuori mi sovrasta un po'.
Oggi è un po' così.
C'è sempre tempo alla fine della giornata, ci posso lavorare un po' sopra.
Stasera abbiamo mia figlia e il suo lui a cena, hanno portato dei pesci, rilassatamente cucinerò e la loro presenza porterà un po' di giovane movimento.

mercoledì 12 agosto
E' andato tutto per il meglio, ho ritrovato lo spazio, ho goduto delle presenze, mi sono addormentato sorridendo.

lunedì 3 agosto 2009

la caravella e i suoi amici



Una caravella con tanto di randa e fiocchetti vari sparsi a prua e a poppa - se ha un capo e una coda. Segnavento idrosemovente, traghetta a volte ospiti e passeggeri da una sponda all'altra della vasca, o fra i papiri, con il vento di terra. La chiglia di questa nave fantasma non l'ho ancora esplorata, immagino offra una scarsa resistenza ai fluidi, infatti basta dare una piccola spinta all'imbarcazione che questa subito molla gli ormeggi. E allora la gran truppa rossa si dispone tutta intorno, chissà se a difesa o per curiosità, o per altro imperscrutabile proponimento, magari un matrimonio.
Questi pesci che quando passi da loro vicino sembrano salutarti mentre aspettano che dal sacro contenitore fuoriesca il tanto agognato cibo, e anche se non dài niente loro ma ti fermi solamente lì al bordo a guardarli, osservano i tuoi movimenti e balzano con uno sciarbo rumoroso al minimo movimento o pericolo; un corteo o un gregge, un assembramento sedizioso affamato perennemente, come i cànidi e i gàttidi della nostra famiglia.
La più discreta è la rana, facile da sentire sull'imbrunire ma difficile da vedere; qualche sera fa abbiamo avuto la conferma visiva della sua esistenza, lei sul bordo della vasca e noi seduti sotto il tiglio, quasi nascosti.

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