il giardino di enzo

E' grande, pieno di vita, fiori, alberi, animali, uomini, donne

un luogo vario

venerdì 29 aprile 2011

sweet home



E' un bel po' che non scrivo qualcosa, idee tante e tempo poco sono come acqua e olio.
In questi giorni sono molto indaffarato, i fatti si incatenano uno all'altro e sembra che questo faticoso periodo non finisca più.
Ho decespugliato fino alla fine della benzina e ho dovuto lasciare il lavoro a metà perché è intervenuta l'esigenza di affrontare la sistemazione dell'appartamento "grande", dove abitava il piccolo Ibra: ci trasferiamo tutti al terzo piano, ventidue gambe, sette teste, quattordici orecchie. Sabato scorso ho imbiancato quella che sarà (anzi, che fu già) la camera della sub-comandante.
Per fare le cose ammodino ci vuole un giorno a stanza: teli di plastica e cartoni sul pavimento, nastro di carta sui battiscopa e i travicelli, un saliscendi continuo dalla scala; e poi bisogna ripassare sulle zone ingiallite dall'acqua che copiosa colava dal tetto traballante. Insomma, una bella fatica.
E io adoro durare fatica, ingrasso quando alla fine di un intenso impegno fisico dò uno sguardo all'opera terminata.
Oggi finirò la cucina.
A seguire: l'ingressino, il bagno, l'altra camerina, la camerona in fondo al corridoio, e buon ultimo il lungo corridoio (fortunatamente il grande salotto è affrescato, se così si può dire, e quindi non riceve pittura da almeno cinquant'anni e più).
Al che partirà il breve trasloco e il trasferimento collettivo.
Poi sarà la volta dell'imbiancatura dell'attuale magione della sub-comandante, e ne ha bisogno davvero.
Aggiungo che lo scooter mi ha lasciato, complicando vieppiù questa complicata congiuntura astrale.
Ho un'ideuzza per la testa ma non trovo il tempo, e per i filmini ce ne vuole tanto: la Handycam è pronta, io no.

domenica 10 aprile 2011

ritorno alla vita


- Si potrebbe aprì' un banchino!
Caio ha suggerito così, l'altro giorno.
Un viavai come non se ne vedeva da tempo ha accompagnato questi giorni caldi e assolati, il giardino si ripopola di risate, di affetti, di ronzii, di colori.
Lui, Caio, scartavetra una porta di legno, all'ombra della mimosa; cicca in bocca, Moretti da 66, la macchina con lo stereo acceso.
Andrea esce dal suo laboratorio, è un artista artigiano, mani d'oro e gran cervello.
Si prende una pausa anche Sada, artigiana mercatara pure lei, esce dal suo grande opificio per una boccata di Sole, deve caricare il furgone con le sue sabbie colorate e gli orologi e gli oggetti in vetro, domani c'è mercato.
Arriva anche Attila, altro gran bel personaggio, infaticabile, sempre con qualcosa da fare, basta che nel mezzo ci sia cemento, olive, decespugliatore, motosega e quant'altro.
Ad un certo punto arriva anche Tohmas, meccanico informatico tuttologo.
E Caio ribadisce:
- Te l'ho detto Paolino, apriamo un banchino, si fa 'vaìni!

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