il giardino di enzo

E' grande, pieno di vita, fiori, alberi, animali, uomini, donne

un luogo vario

martedì 21 giugno 2011

summer



Se c'è una cosa che mi viene bene è trasformare il dovere in piacere, e di questi tempi mi piace fare un sacco di cose, cambiare abito, versatilizzarmi.
Ho riposto i pennelli da giorni ma la casa grande è grande davvero, abbandonata a se stessa da almeno dieci anni e più.
Le ferite lasciate in tutto questo tempo sono tante e necessita una capacità trasformista.
Ho posato l'abito da imbianchino e indossato quello da muratore per riparare le mezzane del pavimento che ballano al passaggio. E' un lavoro di precisione, bisogna pulire "al vivo" il massetto vecchio, preparare un po' di malta pronta e che sia della consistenza giusta, né troppo dura né troppo morbida, poi si bagna il tutto con una pennellessa e si sistema il pezzo. Poi togliere la malta che "sbuzza" dal commento e con una spugna rifinire il tutto (questa operazione va ripetuta più volte, con cura). Non resta che attendere il giorno successivo e gustarsi la buona riuscita.
Ieri invece mi sono vestito da falegname, il vecchio armadio è tutto sgangherato, i cassetti sganasciati con le guide completamente da rifare.
Ricordavo di aver visto nel grande sottotetto dei quadrelli di abete 3x3 che facevano proprio al caso mio.
Ho iniziato a lavorarci subito dopo pranzo (spaghetti all'acciugata al Circolo, Silvia è una maga dei fornelli, ne ho mangiati una cofana), attrezzi vari a disposizione: sega a ferro per tagli precisi, pinze, un martello, cacciaviti, trapano. Ma non è solo un lavoro manuale, bisogna architettare nuove strategie per le guide dei cassetti, la struttura è compromessa e il vecchio sistema non è più riorganizzabile. Insomma, dopo una giornata "gobboni" all'ora di cena il lavoro è terminato, con mia grande soddisfazione i due enormi cassetti scorrono che è una bellezza, e godo come quando si vince un referendum.
Nel frattempo in questi giorni, nei momenti di buco, ho sistemato l'illuminazione sotto il tiglio, al quale avevo fatto i capelli il giorno prima, e anche sulla scalinata d'ingresso ora le luci sono a posto.
Sto poco al computer, non ho tempo e inoltre ho fatto il pieno in campagna referendaria.
Oggi all'uscita dal lavoro, per non farmi mancare niente, mi aspetta la ziaquellaricca, i suoi termosifoni hanno bisogno di una riverniciata.
Come dirle di no?
In chiusura porto due dati: nel 1968 avevo nove anni, quando ascoltai per la prima volta il disco con la mucca ne avevo undici.

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