il giardino di enzo

E' grande, pieno di vita, fiori, alberi, animali, uomini, donne

un luogo vario

domenica 21 giugno 2009

qualche qualche



Il bambù è una pianta che si fa notare, dura, fibrosa, insistente, lo devi sempre contenere, ti giri un attimo e un fittone spunta in mezzo al prato.
Lo taglio ogni anno, lo sfoltisco un po', fa da siepe tra il giardino e il "vallino" (torrentello) ormai sempre in secca, se non durante i nubifragi, e lì deve rimanere.
Mi trovo con queste altissime canne, alcune sette metri, che regolarmente accatasto in attesa di un utilizzo raro, una rosa o quando è capitato i pomodori.
Un lettino da giardino, ecco cosa ci posso fare, ho sempre pensato.
Oggi ho preso il seghetto da ferro, quello piccolo e verde, e in poco tempo ho realizzato quello ritratto in foto. Domani compro la corda e, grazie a qualche reminiscenza scout, inizio il montaggio fiducioso della tenuta.
Il segreto della stabilità sta scritto in qualche neurone da qualche parte, troppi qualche, speriamo in bene.

lunedì 15 giugno 2009

il dì della festa

Avevo pensato, un po' preoccupato per il gran caldo, che domenica sera avrei tagliato l'erba nelle zone franche, dove l'incolto si fa più avanti.
E quando la falciatrice chiama non so dir di no.
Così appena tornati da una breve gitarella in città ho preso la tanichina della benzina, quella nera dell'agip, e sono andato a riempirla al distributore, saranno state le sei del pomeriggio, il sole era calato dietro l'alto tetto della casa, avrei falciato all'ombra.
Con gran lena ho riempito il serbatoio, ho tirato la cordicella e ho iniziato il taglio. Giunto a metà dell'opera mi sono chiesto il perché mi sarei dovuto sfiancare ancora, così ho picconato una decina di butti dell'albero infestante (vedi: giovedì 14 agosto 2008 - duro a morire) e, sudato e spremuto, ho riposto l'abito del felice giardiniere per mettermi quello dell'allegro cuocofuochista, con due bistecchine sulla brace e vino generoso delle Sorelle Palazzi.
E dopo cena, già che c'ero, ho dato inizio alla stagione cinematografica in giardino, con trasbordo di 24 pollici dall'armadio al tiglio e lettore dvd, tutto per "Tempesta di ghiaccio" di Ang Lee (molto bello) che avevamo già visto.
A metà non ho retto, sono crollato sulla poltroncina, sfinita lei e sfinito io.
Pensavo che un sonno ristoratore mi avrebbe ridato energia sufficiente ma i ritmi circadiani mi svegliano appena schiarisce il cielo e al risveglio, come si dice dalle nostre parti, ero un carzerotto (da "calzino").
Stasera a letto presto?
Mah, non credo, amici a cena, e di quelli buoni.

martedì 9 giugno 2009

i doni di madre terra


La forza della Natura è impareggiabile.
Questa terra abbandonata, ricca e quasi invasa da piante ormai inselvatichite da anni, non smette di affascinarmi.
Mai come quest'anno i ciliegi sono carichi di frutti, arrivati adesso a maturazione, piccoli e dolci, la vite è carica di pigne come non mai. Le pesche, invece, hanno sofferto il vento, ne ho trovate parecchie in terra, ancora dure come il legno.
Il tiglio è in fiore, se il sole ritorna faccio un filmino.

lunedì 1 giugno 2009

queste son soddisfazioni!



A ben vedere dovrei essere il Giardiniere, o almeno lo dovrebbe essere il mio alter ego. In tutti questi anni che ho avuto la fortuna di frequentare il Giardino, e sono quasi venti, mi sono sempre occupato di quella che io definisco "bassa manovalanza"; ho rotto non so quanti mai manici di piccone per estirpare il bambù che occupava la parte posteriore, ho tagliato tanto di quell'alloro da far felice una rosticceria per anni, in alternativa il taglio dell'erba impegnava le mie domeniche.
Da quando abito qui, circa duemila e duecento giorni, avevo la convinzione che il più era fatto; una spuntata qui, un taglio là, e il gioco era fatto.
Una mattina mi accorsi che i rovi stavano pericolosamente invadendo tutto il fronte posteriore. Mi armai di pazienza orientale e un taglio dopo l'altro rintuzzai i rovi di una decina di metri. Certo tenere il tutto a bada necessitava di uno sforzo non indifferente, decespugliatore vetusto e braccia.
Ho atteso qualche stagione il momento in cui avrei potuto usare la falciatrice anche dove un tempo c'era la foresta di rovi. Sabato mattina l'erba era alta, al limite del tagliabile falciatricicamente, messa la benzina sono partito e in un'ora ho riportato tutto al pari, un lavoro che avrebbe necessitato non meno di sei ore di dece.
Ora sembra un giardino anche la parte sopra, fra poco il Giardino si arricchirà di un cucciolo d'uomo, forse ci passerà la prossima estate, all'ombra del ciliegio.

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