il giardino di enzo

E' grande, pieno di vita, fiori, alberi, animali, uomini, donne

un luogo vario

sabato 27 febbraio 2010

i cavalieri della tavola rotonda


Il primo sole abbraccia il giardino, era ora.
Ho voglia di fare colazione fuori, si rinnova il rito, è la prima volta, l'inverno sembra essere finito davvero.
Una tazza di caffellatte e biscotti ai centododici cereali, coop-equosolidal.
Guardo il sole che mi guarda, è un abbraccio che aspettavo, come se fosse un amico che non vedi da tempo con il quale hai voglia di raccontarti un po' di cose.
I miei due scudieri, schierati uno per fianco, immobili, aspettano la loro razione.
Mi sembra di essere un re, è tutto sotto il mio controllo perché non c'è niente da controllare, tutto va da sé, niente si frappone fra me e me.
Ho bisogno di usare il corpo, di trarre energia dal movimento, come quelle lampadine che non hanno bisogno di pile per fare luce, che si accendono con il movimento della mano.
E' sabato e ci sarebbe da fare diversi cosette, soprattutto far lavorare la tagliasiepi, vedrò, penso di si.
La foto è del 15 dicembre 2004.

sabato 20 febbraio 2010

dalle stalle alle stelle


Intrappolato al computer dalla prima mattina, con pausa pranzo e abbiocco successivo, un'oretta a "diacé" dicevano i vecchi (da 'giacere').
Pioveva fuori, immagino.
Assorbito dal lavoro (un favore a una amica), stavo cercando di costringere con forza testo e immagini in una pagina, anche la musica si era fermata, il silenzio copriva tutto.
"Bip bip, bip bip!"
Un sms. Stravolto mi sono alzato dalla sedia.
Leggo: "Fuori c'è un arcobaleno bellissimo". E' Sara che mi avverte.
Ho mollato tutto, mi sono vestito alla meglio e sono andato a rinfrescarmi il cervello nello spettacolare arco colorato, un inno alla pace partorito dalla natura, dal caso. E' una delle poche cose che possono creare una gioiosa attenzione collettiva, densa di storia e di favole.
L'arcobaleno scaturisce il sorriso.

domenica 14 febbraio 2010

il tempo non basta mai


Nel passare del tempo, accumuliamo un sacco di cose. Cantine, sottotetti, garage, cassetti, armadi: sono contenitori di storia passata, racchiusa dentro i mille oggetti della nostra vita, o di quella di altri. Un rettangolo di cartoncino può tenere in sé una storia d'amore, o ciò che rimane di una vicenda familiare; una trina sul comodino rappresenta ciò che rimane della storia della famiglia che lì abitava, forse cento anni fa.
Accumuliamo tante cose nel nostro viaggio, ad ogni tappa tratteniamo qualcosa in tasca come se fosse un punto di ancoraggio con la nostra vita. Ci basta sapere che è da qualche parte, una particella nascosta sotto una pila di scatole, nel ripostiglio, in fondo, dietro alle scarpe.

lunedì 8 febbraio 2010

il dì della festa 2


Se un amico chiama, attribuisco alla sua richiesta priorità massima, è più forte di me, mi metto a completa disposizione.
Anche ieri (domenica) ho partecipato all'allegro trasloco del Presidente che, come si conviene tra amici, ha avuto il suo momento più alto a tavola, con scodellata maxima di pasta al ragù, scamerita alla brace e diluvio di-vino e facezie varie.
Il Giardino può attendere.

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