il giardino di enzo

E' grande, pieno di vita, fiori, alberi, animali, uomini, donne

un luogo vario

giovedì 23 aprile 2009

poesiuola

Stasera il concerto del vento
Rintrona il giardino
E il tiglio, dalle nuove foglie,
Suona in Do

Sul sol si accorda la mimosa
Il pero scuote la testa
Un pezzo di plastica ciondola
E fa tac tac

Il cielo tornato pulito
Scintilla di fiamme lontane
Lontano il bosco rifruscia
Sovrasta

Micha accanto
E’ quasi ora,
Il giorno è finito
A domani

lunedì 20 aprile 2009

bagordi e sfide


E' stata una settimana impegnativa, di crapula, Bacco e acqua (dal cielo).
Per Pasqua a casa di amici, gran mangiata, bevuta, schitarrata e canti al sole tramontante. La Pasquetta in Giardino, con figlia più altri amici più quelli del giorno prima, ha seguito praticamente lo stesso tema.
Poi ha cominciato a piovere e i progetti di decespugliamento sono svaniti.
Sabato mattina qualche schiarita si è fatta luce nella coltre nebulosa e fra una goccia e l'altra ho vestito i panni di Edward e ho dato una sistemata al bosso che da un anno non riceveva le attenzioni dalle forbici da pota, sembrava un rasta.
E' bello finire il lavoro, guardare l'esito, prendere una certa distanza, osservare con occhio distaccato e vedere che il risultato somiglia a qualcosa di sufficientemente accettabile.
E ancora pranzo con i genitori forieri di vino, a cena invece dagli amici della Pasqua. Domenica pranzo da amici, a cena finalmente digiuno.
Oggi è lunedì e impegni familiari mi hanno permesso di non andare a lavorare. Intorno alle undici ero già a casa, ho fatto il pieno nel dece ed è iniziata la sfida con il podere abbandonato da anni, erba alta ormai una cinquantina di centimetri, rischio di invasione alto. In due tappe, quattro ore fra tutto, ho finito, l'invasione è scongiurata.
E' bello sentirsi stanco e felice, anche se sembra un ossimoro.

domenica 12 aprile 2009

micha in giardino



Mi sembra che Micha abbia mantenuto le premesse, il territorio ormai lo conosce bene, ha saputo trasformare la diffidenza e il timore in risolutezza e fermezza.

domenica 5 aprile 2009

le cose che cambiano




Chissà da quanto tempo queste finestre sono disabitate.
Una volta credo di esserci stato, tanti anni fa, ancora non abitavo qui.
Credo di ricordare che dietro quella parete di legno ci sia una cucina, di quelle con il lavello di pietra, e una grande mansarda.
Spesso mi viene da pensare alle persone che hanno vissuto qui, a come si svolgeva la loro vita, probabilmente fatta di terra e di fatica, contadini a servizio per tenere la vigna, la frutta, l'orto, il commercio. E operai che lavoravano la pelle in un piccolo opificio che produceva oggetti in cuoio, opera e ingegno di maestri artigiani, al piano terra il laboratorio e su le mansarde senza pareti perché servivano da essiccatoio; i brevetti, le fiere nel nord italia nei primi anni del secolo ventesimo, l'avventura della vita.

Archivio blog