
Venerdì è tornata a casa la sub-comandante, provata e stanca dall'operazione e dalla degenza ospedaliera, e il suo rientro ha coinciso con il viaggio di lavoro a Stuttgard della Comandante (la figlia della sub-comandante).
E così ci siamo ritrovati, io e l'anziana madre (più i due canotti e due gatti incompatibili), a esperimentare una convivenza coatta in 45 mq.
L'esperienza mi ha insegnato che il luogo ove si svolge la vita è importante ma più ancora lo è il "come si svolge la vita".
Sicché, armato di cotanta canoscenza, mi sono adoperato per far si che il tempo fosse leggero per tutti: bipedi anziani e un po' cresciuti, canidi e gattidi.
Fortunatamente è comparsa sulla scena Erica (o Erika, chissà) per coadiuvare l'assistenza alla sub- nelle faccende più specificamente professionali.
E c'è da pensare a pranzo e cena, alle scadenze orarie delle medicine, al tempo da trascorrere insieme; e poiché ritengo quest'ultimo aspetto fondamentale, ho anche tenuto un concertino alle mie due spettatrici. Come un rocker che dedica il suo pezzo a qualcuno, ho allestito la scena di fronte alla poltrona della sub- e le ho sciorinato la mia musica e la mia chitarra in un vis-a-vis strepitoso. Ho spazziato dall'improvvisazione lisergica alla melodia amorevole dei Pink Floyd, finendo in una rivisitazione del buon Guccini, del quale ho interpretato un bel po' di pezzi tratti da "L'isola non trovata", "Radici" e "Via Paolo Fabbri".
Il recupero dell'anziana è strepitoso, il decorso post-ospedaliero è veloce e senza intoppi; ora devo trovare un idraulico per sostituire il gruppo vasca nell'appartamento grande e avviare così il ritorno ad una pseudo normalità nella nuova collocazione abitatoria. E si sa: gli amici si riconoscono perché quando hai bisogno non rispondono al telefono.
Ma a questo ci penserò oggi.